Quattrocentonovantotto gradini per cambiare prospettiva sulla città. “LA TORRE DEGLI ASINELLI: Tra leggenda e realtà”

Una leggenda narra che la Torre degli Asinelli venne eretta in un’unica notte per opera del Diavolo, ma la storia che viene raccontata e tramandata maggiormente è quella del giovane Asinelli, vissuto nel XII secolo….

«Sul far della sera, mi sono finalmente appartato da questa antica città veneranda e dotta, da tutta quella folla che, sotto tutti i suoi portici sparsi per quasi tutte le vie, può andare e venire, al riparo dal sole e dalla pioggia, e baloccarsi, e fare acquisti e attendere ai fatti suoi. Sono salito sulla torre a consolarmi all’aria aperta. Veduta splendida! A Nord si scorgono i colli di Padova, quindi le Alpi svizzere, tirolesi e friulane, tutta la catena settentrionale, ancora nella nebbia. A occidente un orrizzonte sconfinato, nel quale emergono solo le torri del Modenese. A oriente, una pianura sconfinata fino all’Adriatico, visibile al sorgere del sole. Verso sud i primi colli dell’Appennino, coltivati e lussureggianti fino alla cima, popolati di chiese, di palazzi e di ville, come i colli del Vicentino. Era un cielo purissimo; non la più piccola nuvola; solo all’orizzonte una specie di nebbione secco.»

Dalla cima degli Asinelli – Johan Wolfgang Von Goethe

Oggi appare un paesaggio profondamente diverso da quello descritto da Goethe, modificato dall’intenso uso del suolo e dall’espansione dei centri urbani e delle aree industriali. Resta comunque sempre riconoscibile il dolce profilo delle colline che si immerge fino a perdersi nella pianura.

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La Torre Asinelli, eretta nel 1119 da Gherardo Asinelli, un nobile di fazione ghibellina, è alta 97,20 metri, all’interno ha una scala composta da 498 gradini, pende verso Ovest per 2,32 metri. Nel XII secolo il comune l’acquistò dai suoi proprietari per destinarla a fini militari, a prigione e appoggio ai gabbioni in cui venivano rinchiusi i condannati alla berlina. Nella seconda metà del ‘300, durante il decennio di dominazione dei Visconti, la torre venne trasformata in fortilizio. Intorno alla torre venne realizzata una costruzione in legno, posta a trenta metri da terra e unita alla attigua Garisenda da un passaggio aereo dal quale era possibile dominare la città e il Mercato di Mezzo, centro commerciale e possibile fulcro di sommosse. Questa incastellatura lignea fu distrutta da un incendio nel 1398. Nel 1448, ma secondo altri nel 1403, fu costruita alla base una rocchetta merlata in muratura fornita di portici in sostituzione di preesistenti strutture lignee che fu utilizzata dapprima come carcere poi come alloggio per i soldati di guardia. Oggi gli archi del portico della rocchetta sono state chiusi con vetrine per alloggiare alcune botteghe di artigiani a ricordo della funzione di centro commerciale del medioevale «Mercato di Mezzo».

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Sono vari gli episodi curiosi che le cronache di Bologna ci tramandano sulla torre. Nel 1513, durante alcuni festeggiamenti, una palla di cannone da otto libre, sparata allegramente da porta Maggiore, colpì la torre senza arrecare fortunatamente gravi danni.

Le offese maggiori alle antiche strutture furono arrecate dai fulmini, infatti solo nel 1824 l’edificio venne munito di parafulmine, fino ad allora la protezione dagli eventi atmosferici era affidata san Michele Arcangelo raffigurato in un bassoriliervo. 

 

Ma torniamo alla nostra leggenda!

C’era una volta un contadino, un uomo che dedicava interamente le sue giornate al lavoro, nella speranza un giorno di espandere i suoi possedimenti, migliorando così la vita della sua famiglia e in particolare del suo amato figlio. 

eeeEgli aveva anche due asinelli, i quali lo aiutavano quotidianamente nel lavoro dei campi. Un giorno, mentre erano intenti a scavare in un terreno isolato, si misero a  scalciare come se fossero impazziti. L’uomo corse in aiuto dei due fedeli animali tentando invano di calmarli. Avvicinatosi, scorse però qualcosa tra la terrà: era un baule pieno di monete d’oro e pietre preziose. Il brav’uomo non credeva ai suoi occhi. Decise allora di rinominare il tesoro in onore dei due animali, il Tesoro degli Asinelli. Essendo però molto giudizioso, non raccontò a nessuno di quanto gli era capitato, nemmeno alla sua famiglia. Non poteva credere al cambiamento che di lì a poco sarebbe avvenuto.

Con il passare del tempo il tenore di vita della sua famiglia, infatti, migliorò, molto gradualmente, con grande discrezione, per non destare sospetti. Il figlio del contadino era nel frattempo cresciuto ed era diventato uomo di grande fascino e cultura grazie al padre che aveva investito molto nella sua educazione. Un giorno, il ragazzo, passando nei pressi della casa di una nobile famiglia bolognese, vide alla finestra una bellissima ragazza della quale si innamorò. Lei ricambiava i sentimenti del giovane, ma il padre, nobile della città, non avrebbe mai e poi mai dato la sua amata figlia a un ragazzo di così umili origini. Un giorno il fanciullo prese coraggio e presentatosi al cospetto della famiglia della giovane innamorata, chiese la sua mano. Il padre, scoppiò in una grossa risata e pensando che ciò sarebbe stato impossibile, disse al ragazzo che il matrimonio ci sarebbe stato quando egli avrebbe costruito la torre più alta di Bologna.

Il giovane, disperato, la sera tornato a casa si confidò con il padre che decise che era il momento giusto per svelare il suo segreto e consegnare il tesoro al figlio.

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Iniziò così la costruzione della Torre degli Asinelli, così chiamata in onore dei due animali che avevano trovato il tesoro. Terminata la torre, dopo ben 10 anni, il nobile incredulo, dovette cedere in sposa la figlia al giovane.

 

 

E voi? Siete mai stati a Bologna? Avete mai visto la Torre degli Asinelli?

Daniela C.

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